L’ANGELO DEGLI ULTIMI… SI TORNA TRA GLI “INVISIBILI”.
Inizia la lunga notte dei clochards di Caserta. È un altro mondo che non capisci, non puoi capire finché non sei là con loro. Innanzitutto la cena. Stasera Antonietta d’Albenzio ha cucinato e certo non un pasto di seconda mano, fagottini al salmone e coda di rana pescatrice al forno, per chiudere dolcetti al cioccolato. Tutti a fare i complimenti, qualcuno chiede il bis. Tra un piatto e l’altro qualche piccola querelle che viene subito sedata, Antonietta, che qualcuno scherzando chiama l’angelo della notte, va di gruppo in gruppo come ai matrimoni, hai bisogno d’altro, ti è piaciuto, vatti a prendere il pane, domani ti porto il Voltaren, la gamba come va ecc… l’atmosfera è quella di una grande famiglia.
Stasera abbiamo conosciuto Gerardo che Antonietta chiama affettuosamente “il capo dei clochards”, lui si schernisce e traducendo anche il termine ci spiega: “Clochards significa, in poche parole, arrivato per ultimo ed io così sono, solo che ho capito le dinamiche e mi so comportare cerco la pace non i conflitti”…
E dagli torto, ha capito tutto.
Terminata la cena si pulisce dovunque ed ecco dal gruppo spuntare Massimo, nonostante la colica renale in atto, da una mano a ripulire e buttare nei bidoni, la Polfer non deve avere motivo per lamentarsi. Dieci minuti e tutto è a posto, come se non fosse successo nulla. Intanto si chiacchiera su chi è buono e chi è cattivo, proprio come in tutte le comitive che si rispettino.
Si è fatta una certa ora, ci si saluta tutti, ti stringono le mani e ti dicono piacere di averti conosciuto con sorrisi genuini. Si dividono, alcuni a gruppetti, altri solitari, ognuno in cerca di un proprio spazio fuori dalla stazione. Baci e abbracci a tutti. Altro giro, altra corsa. Saliamo in macchina, Antonietta, Domenico Romeo che nonostante una disgraziata cervicale resta lì inossidabile a dare la mano precisa di sempre, Fulvio, silenzioso e operativo, Alfredo Papa e la sottoscritta.
Si va a distribuire un po’ di abbigliamento. Altra zona, altri amici. Stasera Lidia la signora ucraina non sta bene ha mal di testa e piange, aiutatemi dice ho paura di morire. Mi chiede un antidolorifico per la gamba gonfia, Antonietta si mobilita e la tranquillizza. Accanto a lei ancora Stanislao e con lui due ragazzi polacchi, malconci ma assolutamente educati e garbati. Chi prende un giubbino, chi un jeans, cappelli e sciarpe… E si resta ancora a fare due chiacchiere. Mentre Stanislao canticchia la sua ormai consueta canzoncina sull’affetto per il suo angelo Antonietta parte un video, questo per Sanremo, scherzano. Intanto si apre una discussione tra tutti, noi compresi, in una qualche lingua mista, incomprensibile per molti ma non per i presenti. 😜
L’argomento sono alcuni centri accoglienza che non accolgono. Non facciamo nomi ma la denuncia è chiara, stavolta non viene dai giornalisti, ma dai protagonisti, quelli che vanno a bussare per dormire e si sentono dire che non possono, che non ci sono posti e invece ci sono, che se non presentano i documenti non entrano ecc. ecc. “È vero – dice Visha – ci sono quelli che non vogliono andare ma molti di noi vorrebbero e ci lasciano per strada anche se non ci sentiamo bene”.
Accogliamo l’informazione dispiaciuti e sgomenti promettendo se non altro di non tacere.
Alfredo continua a giocare a carte con Stani. Da ieri praticamente… E perde 😂 ma va bene così, tra l’altro non si era capito a cosa stessero giocando… Antonietta continua ad abbracciare tutti incondizionatamente, mi chiedo chi se non Dio possa darle tutta quella energia, per capire, per donare, per offrire un sorriso sincero.
Si è fatto proprio tardi. Mentre andiamo via Stanislao il lituano mi prende le mani e dice: “You always smile anche quando triste”… Resto basita e commossa. Guardo Antonietta, ormai protagonista della sua canzone preferita, e sorridiamo insieme. Buonanotte ragazzi.
Che la notte vi sia amica.